Giovedì, 28 Marzo 2024

Dopo la definitiva sottoscrizione del Protocollo d’intenti tra Regione Basilicata, Eni e Shell sulle “Misure compensative per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo del territorio regionale” relativi alla concessione Val d’Agri, è opportuno chiedersi cosa cambia per quel territorio e per la Basilicata e provare a immaginare le prospettive per i prossimi sette anni, cioè fino alla data di chiusura della proroga di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi fissata al 26 ottobre 2029.

Legambiente: "Chiediamo alla Regione Basilicata uno scatto di reni nell'avvio delle filiere per il recupero e il riciclo dei materiali e degli scarti e un'inversione di tendenza su fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Programmando subito una reale transizione ecologica sostenibile e giusta nelle aree di estrazione di gas e petrolio"

Illegittimo il tentativo di imporre ostacoli burocratici e normativi alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili

Legambiente: "Non esiste alternativa: la Regione Basilicata programmi con serietà e responsabilità la propria transizione energetica fondata sulle fonti pulite e l'efficienza energetica definendo subito una strategia regionale d’uscita dalle fonti fossili. Ottima la proposta del neo-assessore regionale all'Ambiente Latronico di convocare una conferenza regionale sulla transizione energetica"

Legambiente presenta la road map con le tre priorità per una loro gestione condivisa e sostenibile e quattro vertenze storiche dell’associazione che raccontano la necessità di agire

In Basilicata il 100% dei corpi idrici sotterranei è sconosciuto dal punto di vista quantitativo e del 50% di essi non si conosce lo stato chimico.

Acque sotterranee: un tesoro nascosto da tutelare. Gravi carenze nel monitoraggio dei corpi idrici

L’esplosione della drammatica guerra in Ucraina e la preoccupazione di molte persone per l’aumento delle bollette impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. Per questo Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia avanzano 10 proposte al governo Draghi per affrontare in modo strutturale la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas. Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026, sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave, etc), il moderno agrovoltaico che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica, la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti.

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